Parola d'autore: Pierre Auguste Renoir (1841-1919)
"Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio".
- Bal au Moulin de la Galette, 1876. OIlo su tela, 131 x 175 cm. Parigi, Musée d’Orsay www.musee-orsay.fr -
Renoir è maestro nel cogliere i comuni eventi quotidiani. Questo capolavoro dell'impressionismo viene realizzato in gran parte en plein air e solo terminato in atelier. Renoir con il suo ingombrante cavalletto si sistema realmente di fronte alla scena, la ferma e la immortala come se usasse una macchina fotografica. Racconta un momento di vita popolare a Parigi, la scena di un ballo domenicale. Il Moulin de la Galette è un locale realmente esistito, anzi ancora esistente e in attività oggi all’indirizzo Montmartre. 83, rue Lepic. 75018 Parigi (www.lemoulindelagalette.fr). Era allestito in un vecchio mulino, in cima alla collina di Montmartre, il quartiere degli artisti, il cui nome fa riferimento alla specialità dei dolcetti offerti agli avventori. (//fr.academic.ru/dic.nsf/frwiki/1193269).
Il luogo viene riproposto come soggetto di numerosi altri dipinti, da Le moulin del la Galette di van Gogh, 1886, al Au bal du Moulin de la Galette di Henri de Toulouse Lautrec, 1889, a Le moulin de la Galette di Picasso, 1900..
Renoir rende in modo vibrante la dinamicità e il moto che anima le figure danzanti e la folla vivace. L'insieme dei gruppi determina la profondità della scena: non vi è, infatti, disegno.
I bordi sono tagliati di netto, in modo da suscitare la sensazione che la scena continui al di là dei limiti del quadro. Una composizione innovativa, molto moderna, di taglio fotografico. Per via dell'assenza quasi totale del disegno, il colore ha il compito di rendere il movimento, le ombre e i riflessi. L'ambientazione è quasi surreale: i danzatori sembrano volteggiare nell'aria, i lampadari sembrano pendere dal cielo. La realtà è alterata, la linea di contorno sfuma, i colori si sovrappongono e si mescolano, nella prevalenza di toni del blu, riflettendosi negli oggetti. La luce non ha un punto di origine, tutto è dinamismo puro. È luce solare diffusa, che filtra dalle fronde degli alberi e quasi macchia i visi e gli abiti dei personaggi. Molti dei personaggi raffigurati sono amici del pittore: nel gruppo seduto attorno al tavolo, sono ritratti la modella Jeanne e sua sorella Estelle, lo scrittore Georges Rivière, Franc Lamy e Goenuette (a destra); fra i ballerini sono riconoscibili, Lhote, Lestringuez, Gervex, Cordey ed altri. Al centro della sala con l’abito rosa, danza Marguerite Legrand, soprannominata Margot, una delle sue modelle preferite. Il cavaliere è Don Pedro Vedel de Solares y Cardenes. Il punto di vista del pittore si concentra sulle due donne al centro, Jeanne ed Estelle; attorno a loro, lo spazio è organizzato con un andamento a spirale, che sottolinea il movimento rotatorio dei ballerini, secondo una diagonale che sale da sinistra verso destra, creando complessi intrecci di sguardi.
"Un giorno, siccome uno di noi era senza il nero, si servì del blu: era nato l’impressionismo".
"Resto al sole non tanto per eseguire dei ritratti in piena luce, ma per scaldarmi e per osservare. Così, a forza di vedere l'esterno, ho finito con l'accorgermi solo delle grandi armonie senza più preoccuparmi dei piccoli dettagli che spengono il sole anziché infiammarlo".
Pierre Auguste Renoir