“Una casa è una macchina per abitare”. Le Corbusier, Vers une architecture, 1923.
A cinquant'anni dalla sua morte, avvenuta il 27 agosto 1965 a Roquebrune in Costa Azzurra mentre stava nuotando in mare, continuiamo ad ammirare gli edifici, i mobili, i progetti di Le Corbusier, ma soprattutto ancora inseguiamo le sue stesse utopie: l’uomo deve stare al centro del progetto, l’architettura deve raccogliere la sfida di diventare lo strumento concreto per realizzare la giustizia sociale.
Architetto, scultore, pittore, geniale pensatore del suo tempo, creatore di un'architettura che si adatta e risolve i bisogni sociali, uno dei padri della moderna urbanistica e maestro del Movimento Moderno: è Charles-Edouard Jeanneret-Gris meglio noto come Le Corbusier. A cinquant'anni dalla morte, avvenuta il 27 agosto 1965 a Roquebrune in Costa Azzurra mentre stava nuotando in mare, continuiamo ad ammirarne edifici, i mobili, i progetti, ma soprattutto ancora inseguiamo le sue stesse utopie: l’uomo deve stare al centro del progetto, l’architettura deve raccogliere la sfida di diventare lo strumento concreto per realizzare la giustizia sociale.
Nel 1923 questa tesi diventa il motivo ispiratore del suo manuale teorico Vers une architecture (Verso un’architettura).