Come leggere una fotografia
In un mondo dove il potere delle immagini è sempre più conclamato, in cui per immagini si creano bisogni e si decidono destini, attraverso i social network come per mezzo della pubblicità, dove si tende a far passare il messaggio che tutti siano in grado di produrre immagini grazie a strumenti sempre più automatizzati e grazie ai quali “vedrete cose che prima non vedevate” è essenziale saper leggere una fotografia, per poterne distinguere la qualità e il valore.
Teniamo ben presente che non tutte le foto sono uguali e che non tutto deve essere obbligatoriamente fotografato.
Le categorie fotografiche sono molteplici (per reportage, ritratti, moda, pubblicità), ma qualsiasi fotografia deve raggiungere lo scopo che si prefigge, sia esso quello di presentare al meglio un prodotto, oppure di documentare un avvenimento. Una buona fotografia contiene in sé anche un aspetto che va oltre il mero dato tecnico, ed è l’interpretazione che il fotografo (l’artista) dà.
Così come per i testi, anche per l’immagine fotografica obbedisce a una grammatica che il fotografo professionista non può non conoscere: padroneggiare la sintassi è il requisito fondamentale per scattare una buona fotografia, e anche per poter inventare delle varianti e creare uno stile personale, addirittura per ribaltare, consciamente, queste regole.
Analogamente, quando osserviamo una fotografia, dobbiamo saper ritrovare queste regole, per poter comprendere a fondo il linguaggio estetico usato dall’artista.
Gli elementi utili per un’analisi di un’immagine possono essere semplificati nei seguenti:
. Aspetto tecnico
. Composizione
. Contesto
. Soggetto
. Significato e informazione
L’aspetto tecnico riguarda tutte le regole di base di una buona fotografia, quali la scelta della luce, la corretta messa a fuoco, la profondità di campo, la coerente scelta dell’obiettivo, la qualità dell’eventuale stampa.
La composizione prevede il rispetto dei differenti concetti di equilibrio, simmetria, sezione aurea, utilizzazione delle diagonali, direzione degli sguardi e cosi via.
Per comprendere una fotografia bisogna individuare il contesto storico, sociale, geografico in cui l’immagine è stata scattata.
È ovviamente importante avere informazioni riguardo al soggetto dell’immagine, o comunque in mancanza di informazioni esterne si deve analizzare perché il fotografo ha considerato proprio quel soggetto e come lo stesso interagisce nella scena
È necessario in definitiva valutare le ragioni per le quali il fotografo ha proprio scelto di utilizzare insieme tutti gli elementi precedentemente indicati.
Vediamo un esempio pratico.
Analizziamo due immagini molto note, una di reportage contemporaneo e una storica.
Battaglia di Aleppo, foto di Fabio Bucciarelli, 2013
Lo schema della composizione è centrale, con punto di richiamo forte sull’arma e sull’occhio del soldato, che rimanda a una situazione oltre l’inquadratura, creando un effetto di partecipazione e nello stesso tempo di apertura della prospettiva. La posizione curva e l’immagine a sinusoide danno l’impressione di un’attesa guardinga e pronta all’azione. Le mura strette dei vicoli ci riportano alle strade di Aleppo e quindi al contesto urbano, mentre lo straccio steso sulla sinistra, oltre a dare profondità all’immagine, ci ricorda che il campo di battaglia è comunque la città dove in qualche modo la vita continua, tra mille difficoltà. I colori e la leggera desaturazione aumentano l’effetto di un’immagine che pur essendo di reportage immediato diventa quasi storica, dandoci una percezione di antico e moderno nello stesso tempo, la guerra come accadimento quotidiano in Siria ma anche la guerra come categoria astorica, di un tempo non relativizzato.
Morte di un miliziano foto di Robert Capa, 1936
Da tempo si discute se la foto sia stata scattata durante un’azione di guerra e quindi si tratti effettivamente di un miliziano colpito a morte o se sia una foto pazientemente costruita. Anche se alcune indicazioni porterebbero a scegliere la seconda ipotesi, questa fotografia è diventata un’icona delle immagini di reportage di guerra e in questo contesto ci interessa analizzarla secondo i parametri precedentemente indicati. La foto è costruita sul principio della sezione aurea, con il soggetto principale posizionato a circa due terzi: il volto cade esattamente in questa posizione sia verticalmente sia orizzontalmente. Concorrono a concentrare l’attenzione sul volto del miliziano anche le diagonali del terreno, la striscia scura del paesaggio, quasi un proiettile lanciato contro il soldato, a evidenziare ancor più l’impatto del colpo e a dare il senso del movimento, ancor più evidenziato dalle leggere nubi bianche, quasi un disegno da Accademia . L’apertura delle braccia e la posizione del fucile che sta per cadere danno ancor di più l’immagine di morte eroica, da statua classica. Le nubi scure, il fucile nero e il forte contrasto aumentano il pathos, ma nonostante la battaglia la morte diventa un attimo individuale, l’attenzione del lettore è concentrata sulla persona e sull’uomo che diventa un simbolo, non compaiono altri personaggi, non si vedono altri soldati, più che il nemico si individua l’istante iconico della morte.
(di Mauro Guglielminotti, fotografo)