Come leggere la mappa di una città. Perché Milano ha una pianta rotonda?
Come leggere la mappa di una città. Perché Milano ha una pianta rotonda?
Leggere una mappa, per esempio quella di un territorio urbano, è un'esperienza particolarmente coinvolgente.
Vi proponiamo due indirizzi in rete per esplorare questo patrimonio e un esempio delle possibili letture che possono svilupparsi dall'osservazione di una carta antica.
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Perché Milano ha una pianta rotonda?
Le mura Medioevali di Milano, di Pietro del Massajo, 1472. Biblioteca Apostolica Vaticana.
Galleria delle Carte geografiche in Vaticano: Mediolanensis Ducatus (Ducato di Milano), 1630.
Se osserviamo la pianta della città di Milano o se percorriamo la città a bordo di un'automobile, ci accorgiamo che il sistema viario presenta una serie di circonvallazioni. Questi anelli concentrici, come gli anelli visibili nella sezione di un tronco d'albero, sono la traccia delle fasi di crescita della città, la cui origine ci riporta indietro all'epoca romana e medievale.
La prima cinta muraria della città risale all'età imperiale romana, e -come è logico aspettarsi per la struttura del castrum romano- aveva forma quadrangolare e quattro porte principali: Romana (ora piazza Missori), Ticinese (Carrobbio), Vercellina (Santa Maria alla Porta), Orientale (via San Paolo).
A partire dall'età comunale Milano crebbe velocemente, estese la sua influenza politica e amministrativa sul territorio lombardo e la primitiva struttura quadrangolare regolare non potè contenere più l'aumento della popolazione.
Iniziò così l'espansione urbanistica radiale della città.
Nel 1288 Bonvesin de la Riva scriveva (in latino): "Questa stessa città ha forma circolare (...): tale mirabile rotondità è il segno della sua perfezione".
La cerchia dei Navigli è la traccia fossile del primo impianto medievale: i navigli sono il fossato che nel 1156 difese Milano dall'assedio di Federico Barbarossa. Quando nel 1387 ebbe inizio la grande fabbrica del Duomo, Gian Galeazzo Visconti fece riscavare e approfondire il fossato e lo allagò rendendolo navigabile. In questo modo si poterono trasportare più agevolmente i blocchi di marmo destinati alla costruzione della cattedrale. Nel 1457 Francesco Sforza completò il cerchio con lo scavo del Naviglio della Martesana.
La cerchia dei Navigli delimita una superficie di circa 3 chilometri quadrati: tale doveva essere la dimensione della città nel medioevo.
Il sistema dei navigli è però ben più complesso e costituisce una vera e propria rete di canali navigabili con un sistema di chiuse, che nel progetto commissionato a Leonardo da Vinci doveva consentire il collegamento tra Milano e il lago di Como.
La seconda circonvallazione segnala il passaggio a una nuova fase storica della città. Il circuito è quello della cerchia delle mura spagnole, il periodo storico è quello della dominazione di Carlo V di Spagna, vincitore della battaglia di Pavia. Il territorio del Ducato di Milano restò per 170 anni soggetto al dominio straniero. I viali ora percorribili (viale di Porta Vercellina, viale Papiniano, viale Crispi e così in avanti a chiudere il cerchio.) ricalcano il tracciato delle mura erette nel 1560 dagli spagnoli, oggi non più visibili in superficie se non in corrispondenza dei bastioni di Porta Venezia.
La superficie cittadina compresa nella seconda cerchia è di quasi 10 chilometri quadrati.
Nel tardo Ottocento venne formulato il primo vero piano regolatore della città, noto come il Piano Beruto, che guidò la crescita della città fino alla Seconda Guerra mondiale. Il centro del cerchio fu impostato a partire dalla piazza del Duomo, il limite esterno fu definito da un terzo anello più largo, ora ritrovabile nel percorso di viale Brianza, viale Lunigiana, viale Marche e così procedendo.
Milano nel progetto Beruto.
Milano e il suo territorio oggi.