REGGIO EMILIA (provincia) – Don Camillo e il Grande Fiume
"Ecco il paese, il piccolo mondo di un mondo piccolo, piantato in qualche parte dell'Italia del Nord. Là in quella fetta di terra grassa e piatta che sta tra il fiume Po e l'Appennino. Nebbia densa e gelata l'opprime d'inverno, d'estate un sole spietato picchia martellate furibonde sui cervelli della gente, e qui tutto si esaspera, qui le passioni politiche esplodono violente e la lotta è dura, ma gli uomini rimangono sempre uomini e qui accadono cose che non possono accadere da nessun altra parte. Siamo alle soglie del '51..."
Certo da quel non lontano 1951, l'anno della grande alluvione, le cose sono molto diverse: "quella fetta di terra grassa e piatta" è stata progressivamente ingoiata dai capannoni disseminati lungo la Va Emilia, molti grandi casali sono ormai abbandonati, stretti tra la ferrovia, l'autostrada, l'alta velocità...Alcune cose però non sono cambiate: la piccola linea ferroviaria che unisce Parma a Suzzara, per esempio, è ancora attiva; e forse, pur essendo cambiati gli uomini, le storie raccontate dal Grande Fiume rimangono le stesse.
Il nostro itinerario ci porta alla riscoperta di un luogo che è stato il palcoscencico della narrazione di quelle storie magistralmente raccontate da Giovannino Guareschi: Brescello.
Il comune di Brescello dista 22 chiometri da Parma, 28 chilometri da Reggio Emilia e 44 chilometri da Mantova. Se preferite tuffarvi nell'atmosfera cinematografica fin dalla partenza arrivate a Brescello in treno sulla linea Parma – Suzzara, quella stessa tante volte percorsa da Don Camillo e dal compagno Bottazzi.
Brescello e Don Camillo
Forse non tutti sanno che la scelta di ambientare le riprese a Brescello venne solo dopo un lungo e infruttuoso girovagare per la Bassa di Guareschi e del regista del primo film della serie, Julien Duvivier. L'autore, il produttore Rizzoli, e il regista stavano ormai disperando di trovare la giusta location quando il casuale arrivo a Brescello risolse magicamnte la situazione: la grande piazza porticata, tipica della Bassa, il Municipio e la Chiesa affacciati sulla stessa ma non precisamente di fronte rendevano visivamente sia l'atmosfera del "mondo piccolo" sia, simbolicamnete, il contrasto tra i due protagonisti.
La scelta non fu facile nemmeno per l'Amminstrazione del paese: erano anni in cui mettere in caricatura un sindaco comunista non era cosa particolarmente apprezzata né priva di conseguenze. Guareschi stesso dovette intervenire e convincere i caporioni della Federazione del PCI di Reggio. Il sindaco di Brescello prese allora posizione con un comunicato affisso per le vie del paese di cui ci piace riportare il testo (trovato su un simpatico opuscolo dedicato al Museo Peppone e Don Camillo a cura della Pro Loco); tutto sommato, potrebbe benissimo essere stato scritto da Giuseppe Bottazzi in persona: "Cittadini, come molti sanno già il nostro Comune è stato scelto per la produzione di un grande film imternazionale diretto dal regista francese Julien Duvivier e interpretato da attori noti in tutto il mondo. Facciamo appello al senso di cortesia e buona volontà innata nella nostra popolazione perché a questi lavoratori italiani e stranieri che presto verranno fra noi sia riservata la migliore accoglienza ed ogni possibile collaborazione". E, a onor del vero, poche collaborazioni furono per ambo le parti più fruttuose di questa...
Santa Maria Nascente e il Municipio
La chiesa si affaccia su Piazza Matteotti. La struttura attuale risale agli interventi del 1829 quando si intervnne drasticamente sulla precedente struttura medievale.
La percezione che Brescello sia una sorta di set cinematografico a cielo aperto è confermata dalle curiosità che si incontrano durante la visita. Sappiate, per esempio, che il protiro della facciata non rientrava nel progetto originario: fu aggiunto come struttura provvisoria durante le riprese di Don Camillo e l'onorevole Peppone ma piacque talmente a Don Sante Manfredini, allora arciprete a Brescello, che convinse il produttore Rizzoli a costruirne uno in muratura. All'interno della chiesa, in una cappelletta laterale di sinistra, incorniciato da colonne tortili e da un badacchino, trovate il "Cristo parlante" di Don Camillo. Realizzato appositamente per le riprese dallo scultore veronese Bruno Avesani, era dotato di quattro volti intercambiabili con quattro diverse espressioni; di questi oggi ne resta solo uno. Pesa circa 13 chili contro i 20 originari perché Avesani decise di svuotarlo internamente e costruire la croce in balsa per aiutare Fernandel che doveva maneggiarlo durante le riprese.Sul sagrato della Chiesa si trova la stauta in bronzo di Don Camillo, mentre sull'altro lato della piazza, davanti al Muncipio sta quella di Peppone (opera di Andrea Zangani, 2001).
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Riferimenti utili:
per le visite di Brescello e dintorni:www.visitbrescello.it www.mondoguareschi.com
per la navigazione sul Po: www.infrastrutturefluviali.it
per i musei del Po: www.turismo.comune.re.it/it/boretto/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/musei-gallerie/museo-del-poe-